Immuno depressione e vaccini: una voce fuori dal coro
Immunodepressione e vaccini: una voce fuori dal coro e un punto di vista diverso
Sono una ragazza di 28 anni, mi chiamo Giorgia Scataggia e sono immunodepressa.
Desidero esporre la mia opinione riguardo l’obbligo vaccinale, portando la mia testimonianza di persona con seria compromissione del sistema immunitario. Pur non avendo figli la questione mi sta particolarmente a cuore, in quanto ritengo che le persone nella mia particolare condizione vengano oggi estremamente strumentalizzate per giustificare una legge che ritengo essere ingiusta. Per questo, da qualche tempo, faccio attivismo nel mio piccolo, per offrire almeno un punto di vista diverso.
Essere gravemente immunodepressi è una condizione assolutamente invalidante: ciò che per gli altri è normale, per te diventa pericoloso. Ci sono tanti, tantissimi virus, batteri, funghi che possono causare seri problemi ad una persona immunodepressa e che con le vaccinazioni non c’entrano veramente nulla. Per una persona immunodepressa, spesso, anche i propri “commensali”, che normalmente non sono ostili, possono diventare pericolosi. Parliamo quindi di un handicap serio.
Essere gravemente immunodepressi è una condizione assolutamente invalidante: ciò che per gli altri è normale, per te diventa pericoloso. Ci sono tanti, tantissimi virus, batteri, funghi che possono causare seri problemi ad una persona immunodepressa e che con le vaccinazioni non c’entrano veramente nulla. Per una persona immunodepressa, spesso, anche i propri “commensali”, che normalmente non sono ostili, possono diventare pericolosi. Parliamo quindi di un handicap serio.
La logica deduzione è che il fatto che ad un immunodepresso sia consigliato o meno di frequentare luoghi pubblici ed affollati dipende dallo stato di salute dell’immunodepresso, non certo dalla presunta eliminazione di 10 malattie… che sono sì pericolose se l’organismo non è in grado di combatterle, ma si tratta della minima percentuale di un mondo di microrganismi patogeni estremamente più ampio. In poche parole, per usare una similitudine, sarebbe come esporsi a raffiche di mitra con solo un elmetto in testa.
Naturalmente, non essendo un medico, non entro nel merito dell’efficacia delle vaccinazioni. Ma, come immunodepressa che ha rischiato più volte la vita e sempre per patologie non vaccinabili, posso sicuramente testimoniare che si sta veramente male… e che far passare il messaggio che gli immunodepressi siano al sicuro grazie alle vaccinazioni di massa per convincere le persone che l’obbligo è giusto, oltre ad essere moralmente discutibile, è disinformativo, in quanto la realtà dell’immunodepressione non è questa.
Questa è la mia esperienza. Ma ciò che di più mi preme, è la questione etica… perché credo che lo Stato, in questa vicenda, abbia toccato veramente il fondo. Lo Stato ha creato malati di serie A (gli immunodepressi) e malati di serie B (i danneggiati da vaccino), lo Stato ha messo i genitori gli uni contro gli altri, strumentalizzando l’immagine di un bimbo immunodepresso e malato, che giustamente suscita empatia, per far credere che eliminare diritti fondamentali sia giusto. Un paese civile ha ovviamente il dovere di tutelare le persone come me, le persone più fragili, questo è indubbio. Ma ogni essere umano, anche se sano, ha il sacrosanto diritto di ricevere trattamenti sanitari che siano adeguati alle proprie esigenze ed alla libertà di cura, dato che il rischio di effetti collaterali c’è sempre.
Nel momento in cui un genitore entra dal pediatra, deve avere il diritto di pensare prima di tutto a ciò che è meglio per suo figlio e non può essere costretto a basare le proprie scelte sui problemi dei figli degli altri. Ed è assurdo che questo, oggi, venga chiamato egoismo… quando si tratta semplicemente di diritti fondamentali, perché tutti desideriamo che la nostra salute venga tutelata e nessuno, giustamente, deve essere trattato come lo scarto della società che viene sacrificato per questo presunto “bene comune”.
I bambini sono sacri, tutti. È vergognoso che lo Stato abbia creato questo clima di odio, strumentalizzando per scopi politici bambini e genitori che soffrono e mettendoli contro ad altri genitori che vogliono solo fare il bene dei loro figli… creando divisioni che non ci dovrebbero essere, perché noi tutti dovremmo lottare per un diritto alla salute che sia universale, non lottare gli uni contro gli altri cercando di togliere diritti al prossimo.
Io, a marzo scorso, mi sono auto-dimessa dall’ospedale contro parere medico, in quanto volevo assolutamente frequentare un corso al quale tenevo tantissimo. Sapevo perfettamente ciò che rischiavo… mi sono messa la mia mascherina, ho raccattato i miei due globuli bianchi sgangherati e sono andata. Non ho mai nemmeno pensato di violare la privacy dei miei compagni di corso, pretendendo di visionare i loro dati sensibili per sapere se fossero vaccinati o portatori di qualche patologia per me potenzialmente pericolosa. E mi sembra assurdo doverlo raccontare, oggi, come se avessi fatto chissà cosa… era lo loro privacy e non avevano colpe per la mia immunodepressione.
Mi dissocio e mi dissocerò sempre dalla strumentalizzazione degli immunodepressi come giustificazione dell’obbligo.
Non pretendo di avere la verità della giustizia in tasca, ma invito tutti gli immunodepressi e i genitori di bimbi immunodepressi che la pensano come me e che non vogliono essere involontariamente “complici” di un’ingiustizia, a non rimanere nell’ombra ed a fare sentire la propria voce.
L’unica cura per l’immunodepressione è non essere più immunodepressi!
Giorgia Scataggia.