STATE A CASA DAVVERO QUESTO E LUNICO PIANO DEL GOVERNO?
E’ passato un mese dal primo decreto che ha esteso a tutta Italia le regole stringenti sul distanziamento sociale. Non c’è TV o giornale che ogni giorno non ripeta il solito mantra “State a casa” e si sprecano i post sui social con foto, talvolta anche non veritiere, per denunciare cittadini che non rispettano le regole.
Ci rifiutiamo di alimentare queste polemiche, convinti che la ripetizione della logica del “divide et impera” che abbiamo conosciuto nel 2017 sul tema obbligo vaccinale non porterà a niente di buono per noi cittadini.
Vogliamo però invitarvi a fare alcune riflessioni, lasciando poi a voi il giudizio su come il Governo e le istituzioni sanitarie avrebbero potuto sfruttare in modo migliore queste settimane di lockdown totale dell’Italia.
Lo facciamo partendo da questo articolo, passato in secondo piano dietro ai soliti grafici di contagi e articoli di psicosi collettiva, che abbiamo letto su Il Tirreno edizione Grosseto con il “grido di allarme” del Dottor Ugo Limbruno sul tema infarti. Un calo di oltre la metà dei casi di infarto trattati all’ospedale di Grosseto con il “rischio che da qui a qualche anno ci saranno molti pazienti scompensati perchè curati in ritardo”. La paura covid e il mantra “state a casa” sembrerebbe infatti portare le persone che avvertono sintomi di infarto a non contattare il 118 con conseguenze drammatiche visto che “di infarto si muore molto di più che di Covid-19, oltre il 30% dei casi”.
La ripetizione continua di stare a casa e, diciamolo, anche qualche persona di troppo che si sente in diritto di fotografare e postare sui social chi esce di casa esponendoli al pubblico linciaggio, sta causando danni che a nostro avviso non possono e non devono essere sottovalutati.
Un altro punto che non vediamo mai ripetere e che sarebbe invece utile è di stare a casa ma… senza fumare! Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità infatti viene ribadito come il fumo “aumenta significativamente il rischio di almeno tre volte di sviluppare polmonite severa da covid-19 rispetto a non fumatori“; sempre sul sito ministeriale possiamo leggere che secondo “ l’OMS il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile. […] L’OMS calcola che quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo, fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo”.
Giuriamo di non aver mai sentito nei vari messaggi a reti unificate del Presidente del consiglio, del Ministro della Salute o dei vari esperti del comitato tecnico scientifico nelle quotidiane conferenze stampa questa informazione. Anzi, in completo lockdown, dove l’uscita dei bambini è ritenuta “inutile” dal Presidente della Società Italiana di Pediatria, una delle poche attività ancora aperte e ritenute essenzali sono proprio i tabaccai. Troviamo ridicolo che nei supermercati non si possano acquistare pennarelli e carta per far disegnare i bambini ma che un adulto possa recarsi senza problemi ad acquistare le sigarette. Troviamo ridicolo che un bambino non possa uscire a correre in un prato mantenendo la distanza di sicurezza ma che si possa far la coda per comprare le sigarette da fumare poi sul terrazzo di casa o, ancora peggio, in casa esponendo gli altri abitanti al fumo passivo.
Nessuna volontà da parte nostra, lo ribadiamo, di sottovalutare il problema coronavirus. Ma il modo di comunicare, ormai imparato a conoscere in questi tre anni di attività del nostro comitato, è troppo simile per non invitare tutti a tenere le antenne dritte e a non farsi travolgere dal pensiero unico indottrinato dall’alto.
Staff C.Li.Va.