Viva il calcetto!
I campionati di calcio di serie A e B sono ormai ripartiti da quasi un mese. Avevamo scritto un articolo segnalando come fosse curioso che in questo Paese si permettesse di riprendere praticamente tutte le attività (anche con contatti come nel caso dei calciatori) tranne le scuole. In molti ci hanno scritto per farci notare che i calciatori potessero lavorare “perchè continuamente monitorati con tamponi pagati dalle società” come previsto dal protocollo autorizzato dal comitato tecnico scientifico (che ormai abbiamo capito si è sostituito al Governo nelle decisioni di questa “emergenza” covid-19).
Eppure,da oggi 3 Luglio 2020, in Toscana grazie all’ordinanza n. 70 [1] ripartono anche tutti gli sport di contatto. Il Presidente Enrico Rossi in un post Facebook ha ripreso le parole dell’Assessore Vittorio Bugli [2] che ha dichiarato : ““L’evoluzione del quadro epidemiologico in Toscana anche a seguito di numerose attività che sono ripartite ci consente di allargare le opportunità al punto che nella nostra regione; per esempio, tornano gli sport di contatto, come il calcetto” . Nessun tampone per gli amici e colleghi che da domani potranno liberamente fare una partita di calcetto, nessuna mascherina e, ovviamente, impossibile mantenere la distanza di 1 metro data la natura degli “sport di contatto”.
E allora ribadiamo le nostre domande: e le scuole? Le linee guida da pochi giorni pubblicate sul sito del Ministero dell’Istruzione [3] si basano su pochi ma INACCETTABILI punti chiave stabiliti dal comitato tecnico scientifico:
– Distanziamento sociale (1 metro) (pag. 13)
– Possibilità di applicare la didattica a distanza qualora non si riesca a trovare un layout tale da far rispettare la distanza (pag.16)
– Obbligo di indossare una mascherina per tutto il personale e per tutti gli alunni con età superiore a 6 anni (pag.18)
Nel documento il MIUR segnala che 2 settimane prima dell’avvio dell’anno scolastico il Comitato tecnico scientifico valuterà “in considerazione del quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti all’interno dell’aula” (pag.5).
Ancora più sconvolgente il fatto che a più di due mesi dall’avvio dell’anno scolastico la Ministra dell’Istruzione Azzolina dichiari che dalle stime “il 15% degli studenti potrebbe far lezione fuori dalle aule” [4], anche nel caso che il numero di casi rimanga di pochissime unità ogni giorno nella nostra Regione.
Nel documento si fa riferimento ad “appositi tavoli regionali operativi” a cui parteciperanno, fra gli altri, personale dell’ufficio scolastico regionale e gli Assessori all’istruzione e alla Salute.
E allora al Presidente Rossi e agli assessori della sua giunta chiediamo:
– Come è possibile che da oggi 3 Luglio si possa giocare a calcetto senza mascherina, distanza e senza nessun tampone “di sicurezza” mentre per i bambini sappiamo già che fra due mesi la distanza sarà necessaria?
– Come è possibile che in questo Paese siano ormai consentite tutte le attività ma l’unico grande punto di domanda rimanga quello della scuola?
– Perchè i bambini continuano ad essere oggetto di obblighi e restrizioni che non hanno eguali per nessun’altra categoria nonostante pedagogisti, psicologi e insegnanti facciano notare che la mascherina creerà loro problemi di relazione?
– Perchè si parla di quadro epidemiologico che permette di ripartire già oggi con gli sport di contatto ma si continua a ritenere le scuole un pericolo?
Continueremo a monitorare ogni giorno i provvedimenti che Governo e Regioni prenderanno nella gestione covid-19 perchè i nostri bambini hanno diritto a frequentare una scuola che li accolga e non li terrorizzi con mascherine e distanze. La posta in gioco è troppo alta, non accetteremo che Governo e Regione possano minare alla base lo sviluppo della socialità e della comunità dei nostri figli.
Mai un passo indietro, per il bene dei nostri figli
Staff C.Li.Va. Toscana
[1] regione toscana
[2] FB Rossi
[3] Linea guida