UN ANNO DOPO: ANCORA I BAMBINI?

UN ANNO DOPO: ANCORA I BAMBINI?

Nonostante i tanti proclami, le promesse di potenziamento dei trasporti, l’obbligo (oltretutto annullato dal TAR ma ignorato dal Governo) di indossare la mascherina in classe, i referenti COVID e i banchi con le rotelle, un anno dopo le scuole italiane si apprestano a chiudere di nuovo. Se per le scuole superiori questa purtroppo è diventata ormai la normalità, con la presenza ridotta e le lezioni a distanza da settembre, a breve anche le scuole primarie saranno chiuse dal “nuovo” Governo Draghi.

La richiesta della chiusura di tutte le scuole arriva in modo trasversale da tutti i colori politici, a testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, che quando c’è da colpevolizzare i bambini non esiste una forza politica che si risparmia nel puntare il dito contro i più deboli. È il caso ad esempio del Governatore del Veneto Luca Zaia che ci informa che “la letteratura scientifica ci dice che esiste una correlazione tra l’aumento dei contagi e la riapertura delle scuole” (1) o dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio D’Amato che definisce “concreto” il rischio della chiusura delle scuole perché “nei fine settimana c’è un costante allentamento della tensione” (2).

 

 

 

 

 

Ecco che leggendo queste dichiarazioni nascono i primi dubbi su come, al solito, le interpretazioni dei dati siano utilizzate a fini strumentali per chiudere le scuole e colpevolizzare i bambini. Perché Zaia ci parla di “letteratura scientifica” riferendosi di fatto a un solo studio prodotto pochi giorni fa dall’istituto Superiore di Sanità (3) ignorando numerosi screening effettuati nelle scuole che hanno dimostrato come la scuola NON sia un luogo di contagio?  A dicembre infatti sono stati riscontrati solo 4 casi di positività (di cui 1 su un adulto) su oltre 3.200 test effettuati nelle scuole di Firenze (4), risultato analogo a quello ottenuto con i soli 7 positivi su 12.000 test a gennaio (5). Screening analoghi sono stati eseguiti anche in altre regioni italiane con risultati anche in questo caso di bassissima positività (solo 5 su oltre 8.900 test in Basilicata) (6) a conferma della sicurezza della scuola.

 

 

 

Oltretutto lo stesso assessore D’Amato ci parla di “allentamenti di tensione nel fine settimana”, e non di casi in aumento a causa dell’apertura delle scuole nei giorni feriali. Ricordiamo inoltre che le scuole primarie non hanno mai chiuso (a parte le quarantene locali) per cui quando si parla di “riapertura delle scuole” ci si dovrebbe riferire al limite alle scuole che sono state oggetto (in zona rossa) di chiusure volute dal Governo e non a tutta la popolazione pediatrica a cui genericamente vengono rivolte le accuse.

Ma analizziamo questo documento prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità citato dal Governatore Zaia che sta convincendo il CTS a inserire la chiusura delle scuole nei provvedimenti previsti dal nuovo DPCM per le zone arancioni e rosse. (7) I titoli dei giornali nascono dal grafico 1.2 in cui si vede che l’incidenza dei casi per 100.000 abitanti nei minori di 20 anni è superiore a quella della popolazione di età superiore ai 20 anni.

 

Ma al di là del titolo non possiamo non fare alcune osservazioni:

  • L’incidenza sotto i 20 anni è (per la prima volta in questo grafico) leggermente superiore a quella della popolazione sopra i 20 anni ma in questo grafico manca un dato fondamentale: il numero dei tamponi effettuati. Sappiamo bene di come i ragazzi nelle scuole siano sottoposti continuamente a screening massivi e che vengano effettuati tamponi a tutti i compagni di classe in caso anche di una sola positività. Del resto nel grafico successivo (1.6) risulta evidente di come sia cresciuta la percentuale di casi asintomatici (colonna verde) a dimostrazione che sono esami che vengono fatti non a seguito di sintomatologia (come nell’adulto) ma solo per ricerca (talvolta ossessiva) di eventuali casi. Oltretutto c’è da sottolineare di come la scuola, iniziata a settembre e mai interrotta per le elementari e in parte per le scuole medie, era già in presenza anche quando l’incidenza scendeva (da ottobre e novembre nel grafico). Come mai c’era una diminuzione dell’incidenza in quei mesi se le scuole erano comunque aperte? Risulta evidente che si voglia colpevolizzare l’ambiente scolastico andando a sottolineare “il sorpasso” della curva riguardante gli under 20 per la prima volta dopo 6 mesi di scuola.

  • Il virus rimane comunque fondamentalmente di gravità lieve nella fascia 0-20 anni. Nel grafico 1.8 del report infatti si nota l’aumento della percentuale del colore blu che rappresenta i casi “pauci-sintomatici” (ovvero sintomi lievissimi) e che comunque la quasi totalità dei casi di positività hanno provocato al più sintomi lievi (colonna gialla del grafico)

  • Come si può leggere dal grafico 1.3 attualmente l’incidenza dei casi nei maggiori di 20 anni (blu scuro) è paragonabile a quella che c’era a fine settembre/inizio ottobre (quando le scuole erano aperte). Inoltre, se analizziamo l’andamento dei due colori nel periodo fra ottobre e dicembre notiamo come la colonna blu scuro (>20 anni) è stata nel tempo percentualmente superiore rispetta a quella celeste (<20 anni) nonostante le scuole primarie e secondarie siano rimaste in presenza in questi mesi. Se fosse colpa delle scuole perché fra novembre e dicembre il peso dei casi nella fascia 0-20 era diminuito?

 

Insomma, se superiamo il “titolo ad effetto”, che sembra quasi la classica scusa utilizzata per giustificare il provvedimento governativo, i numeri ci confermano che le scuole non sono luogo di contagio (altrimenti negli screening massivi i casi riscontrati sarebbero stati molti di più) e soprattutto la quasi totalità dei casi nei bambini si tratta di soggetti asintomatici o, al più, con sintomi lievi (tipici della stagione invernale). Mentre anche su Nature alcuni scienziati continuano a porre dubbi sulla capacità degli asintomatici di poter infettare i contatti stretti (8) non possiamo che sottolineare l’ennesima approssimazione della classe politica.

I bambini stanno pagando il più grande prezzo psicologico, emotivo e sociale di questo anno terribile che stiamo vivendo. Ancora una volta le scuole verranno chiuse e il successivo calo dei contagi (che avverrà sicuramente visto l’andamento della curva nei mesi) sarà attribuito senza contradditorio a questa decisione. Del resto, ormai è chiaro e evidente a tutti: quando i casi aumentano è colpa del nostro comportamento mentre quando i casi calano è grazie alle illuminanti idee dei politici e del CTS.

Le critiche non sono ammesse e a difendere i bambini, come sempre, dovremo pensarci noi genitori liberi e privi di conflitti di interesse.

Staff C.Li.Va. Toscana