PIU’ CHIARO DI COSI’….
Il vaccino AstraZeneca cambia nome e da oggi si chiamerà “Vaxzevria”. In gergo si chiama “rebranding” e nei manuali di marketing questa azione viene consigliata quando un marchio ha “bad reputation” ovvero “quando un’azienda sbaglia tutta una serie di mosse di marketing, di gestione, di produzione o si ritrova immischiata in brutte faccende. In questi casi molto spesso è bene fare un bel cambiamento, un bel rebranding”.
E a questo punto ci chiediamo se questo cambio di nome ha a che fare con la sospensione da parte di EMA per alcuni sospetti casi di trombosi avvenuti poche settimane fa. Uno stop temporaneo, che i giornali italiani si sono subito precipitati a ribadire che è stato solo di tipo precauzionale, ma che ha portato anche a una modifica nel bugiardino scaricabile sul sito EMA . A pagina 4 nella nuova versione del bugiardino infatti è stato aggiunto un piccolo paragrafo riguardante “Trombocitopenia e disturbi della coagulazione”. In particolare chi si sottopone a questa vaccinazione volontaria firmando il consenso informato sottoscrive di aver letto che è stata osservata molto raramente una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria […] Alcuni casi hanno avuto esito fatale”.
Allora ci chiediamo: se la casa produttrice ha aggiunto questo paragrafo perché i giornali italiani hanno titolato che non c’era nessun nesso fra i casi di trombosi e il vaccino?
E come mai alcuni Paesi, come la Francia, hanno dato indicazione di non vaccinare con questo prodotto sotto i 55 anni mentre in Italia si procede con la vaccinazione fino a 65 anni come niente fosse? Decisioni analoghe sono state prese anche da altri paesi: la Danimarca ad esempio ha prorogato il blocco generale della somministrazione, la Svezia ha alzato il limite minimo di età a 65 anni mentre la Germania ha sospeso la vaccinazione alle donne sotto i 60 anni .
“Vaccino Astrazeneca” o “Vaxzevria”, cambia il nome ma il prodotto rimane lo stesso. Ancora una volta l’invito a tutti i cittadini è quello di non farsi prendere dalla paura e di sottoporsi alla vaccinazione solo se convinti. Insomma a discapito dei titoli di giornali rassicuranti il produttore del vaccino ha inserito questo paragrafo su alcuni casi fatali di reazioni avverse contestualmente al cambio nome del prodotto e, consultando la banca dati europea sulle sospette reazioni avverse, si registrano oltre 100.000 segnalazioni nel mese di Marzo.
E per chi si chiedesse “ma allora gli altri vaccini Covid19 sono migliori” rispondiamo con le parole della dottoressa Gismondo che ha dichiarato in TV: “Il numero di effetti collaterali avuti con Pfizer supera AstraZeneca”.
Tutti i vaccini per il covid19 sono sperimentali: nel consenso informato che firmate sottoponendovi VOLONTARIAMENTE alla vaccinazione dichiarate di essere consapevoli che non sono noti gli effetti a medio e lungo termine e che sul breve periodo sono stati riscontrati effetti anche gravi (vedi i casi di paralisi facciale per il vaccino Pfizer ad esempio).
Il nostro consiglio è di valutare bene rischi e benefici di questi vaccini prima di decidere. Date il giusto peso alla propaganda dei giornali (dai possibili “passaporti vaccinali” alla leggerezza con cui vengono etichettate le reazioni post vaccino) ricordando sempre che ad oggi la vaccinazione NON permette nessun ritorno a una vita normale e che l’efficacia (attorno al 60% per Astrazeneca secondo il produttore) sulle varianti (attuali e future) rimane una grande incognita.
Staff C.Li.Va. Toscana