Ci tengo a diffondere questo messaggio di una mia amica, maestra elementare che ha deciso di resistere…
“La settimana scorsa ho salutato i miei alunni, dando a ciascuno di loro il compito scritto in classe “Come sarò da grande”. Prima dello scritto c’era stata una lunga conversazione nella quale ciascuno provava a “osare” immaginandosi da grande. Io li invitavo, dicendo che se è solo sognando e immaginando che si può realizzare l’inimmaginabile. Hanno scritto dei temi da brividi.
Mi dispiaceva lasciarli a scuola, quindi ho fatto le fotocopie ( da lasciare come verifiche nel plesso) e su ciascun originale ho aggiunto una mia lettera mirata. Scritta proprio a ciascun bambino. Ne lodavo i singoli e personali talenti, proprio perchè ciascuno di loro è unico e meraviglioso. Finivo dicendo che il mondo ha bisogno di esseri così speciali, che lo renderanno migliore. 40 lettere ad personam!
Le ho lette a tutti, bisbigliandole nell’orecchio perchè gli altri non sentissero ma fosse un momento intimo.
Ho detto loro che da questa settimana non sarei più potuta venire a scuola perché avevano cambiato le regole dell’insegnamento e c’era la possibilità di stare a queste regole, o nel caso non fossi d’accordo, di lasciare per un po’ l’insegnamento.
Ho fatto l’esempio di un bambino che gioca a pallone benissimo, con passione, però poi arriva un adulto e dice ” D’ora in avanti si gioca con un pallone piccolo e cubico. ” Quel bambino può scegliere di continuare a giocare con le nuove regole oppure dire “Non gioco più, perché questo gioco non mi piace.”
A me queste nuove regole non piacciono. E con estrema sofferenza che vi saluto perché vi voglio bene e poi mi insegnate tanto e ci sto bene con voi, però non sarei una buona maestra se accettassi delle regole che vanno contro i miei principi. Noi siamo come alberi, siamo in continua evoluzione, si cresce, si cambiano le foglie si cambiano le idee grazie anche all’incontro con l’altro.
Queste radici sono i principi.
I miei principi sono la libertà, l’uguaglianza, la giustizia e non posso rinnegarli. So che voi capirete perché io vi ho sempre incitato ad essere liberi di esprimervi, anche se le vostre idee andavano contro le mie. Noi non ci perderemo però, perché i legami autentici, le relazioni autentiche non finiscono perché finisce un contratto: noi continueremo a vederci se non a scuola nei parchi. Avrete tutti il mio numero di telefono al quale inviare i vostri vocali, i vostri pensieri ed io avrò una risposta per tutti. State tranquilli vi lascio questo piccolo dono perché possiate tenere sempre a mente le mie parole.
A quel punto ho donato loro un segnalibro con una frase di Victor Hugo al quale era attaccato un piccolo ciondolo dell’albero della vita. Alcuni piangevano ma io li consolavo e sorridevo dicendo loro che questo è l’ultimo ma il più importante insegnamento che davo loro. E che il mio non era un abbandono, ma solo un arrivederci.
Staff C.Li.Va. Toscana