DIDATTICA A DISTANZA? BOCCIATA!

“La salute è uno stato di benessere fisico mentale e sociale”.

Dichiarazione OMS del 1948.

La stessa OMS che adesso non prende a modello l’Italia per la gestione COVID ma premia il modello svedese per il ritorno alla normalità. Durante il nostro prolungato lockdown, affettivo ed economico, la stessa Svezia ha criticato “la spirale di disinformazione” generata da alcuni dei più diffusi quotidiani italiani nel descrivere la strategia di contrasto al Covid-19 attuata nel paese scandinavo. Non possiamo non sottolineare come l’OMS, solo a parole sempre a caccia di disinformazione e fake news, non abbia evidenziato la strategia errata del governo italiano e la mancanza di critica, sale della democrazia, della stampa italiana.

Tutto questo mentre il mantra mediatico del Governo italiano non ha accennato ad alcun cambiamento in questi due mesi. Il raccomandato – o meglio imposto – “distanziamento sociale” suona come un accostamento verbale che evoca pericolosamente un concetto miliare per la vita umana: la socializzazione e il contatto umano, come ricorda il Professor Vittorino Andreoli, psichiatra e studioso, sulle pagine de La Voce del Trentino. “La paura ha avvolto tutto e tutti. Insicurezza, ansia, panico e angoscia”. Chi ha causato questi sentimenti, questa insicurezza, di certo ha una forte responsabilità verso ciò che comporterà nella vita di tutti noi chissà per quanto tempo ancora. Esercizio statistico facile ogni giorno comunicare il numero di contagi, decessi e guariti. Più difficile calcolare a medio e lungo termine il danno psicologico ed emotivo per chi in questo lockdown prolungato ha dovuto distanziare affetti, sentimenti e socialità.

Reclusi in casa per mesi e sbattuti davanti a schermi più o meno grandi per la somministrazione asettica di informazioni. Questo sarebbe l’insegnamento scolastico, un tempo eccellenza di cui il nostro Paese si poteva vantare? Come tollerarlo e accettarlo per i bambini fino a 6 anni? Questo serve a educare i futuri adulti a quello che il M5S elogia come Transumanesimo. Questo elogia la Ministra dell’Istruzione Azzolina del M5S, con la DAD. I fondatori e le fondatrici della buona e sana educazione infantile e della pedagogia proverebbero vergogna e si rifiuterebbero anche solo di pronunciare certe sigle.

Questo è il Trasumanesimo spiegato nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati davanti all’ex Ministro dell’Istruzione Fioramonti, Roberto Fico (presidente commissione parlamentare vigilanza RAI) e Dalila Nesci (anticorruzione), tutti membri del M5S, in una conferenza tenuta con l’imprenditore e ambasciatore del Goal di Sostenibilità dell’ONU Marco Antonio Attisani .

La Ministra dell’Istruzione Azzolina, M5Stelle, continua a ripetere davanti alle telecamere che la DAD abbia funzionato bene e che sia “un’ottima soluzione perché la scuola non era pronta.

Noi, C.Li.Va Toscana, ma cassa di risonanza di molti più genitori, aggiungiamo alle sue parole:

NOI NON SIAMO PRONTI e mai lo saremo. La Didattica a Distanza non è la soluzione.

I nostri figli soffrono per i danni causati dall’adulto-centrismo. Per la solitudine, solo italiana, indotta da una task force che ha di fatto sostituito il Governo e il Parlamento eletto dal popolo italiano. Troppo facile scaricare “sugli esperti” le decisioni impopolari che vengono prese; troppo facile utilizzare l’emergenza sanitaria per giustificare provvedimenti che scritti nero su bianco in un programma elettorale non sarebbero mai stati votati da chi detiene la sovranità: il popolo.

ORA BASTA!

Inviamo questa lettera aperta alla Ministra Azzolina, ricordando che SIAMO l’unico Paese che sta distruggendo la salute mentale e sociale dei più piccoli, non per COVID-19, ma per manie transumanistiche.

Diciamo NO.

Chiediamo di guardare all’Europa NON solo per contrattare debiti, ma anche per imparare e confrontarsi con Paesi come:

⁃ La SVEZIA che ha fatto laureare e festeggiare gli adulti del futuro senza restrizioni;

⁃ La DANIMARCA che fa lezioni fa lezioni all’aperto dal 20 aprile;

⁃ La NORVEGIA che non ha ritenuto necessaria la chiusura;

⁃ La FRANCIA che riaprirà tra pochi giorni perché come da pubblicazione scientifica ha scoperto che un bambino positivo al coronavirus che ha incontrato 172 persone non ha contagiato nessuno.

⁃ La SVIZZERA tramite il Dipartimento malattie infettive del Ministero della Sanità, Daniel Koch, ha detto che “gli scienziati sono arrivati alla conclusione che i ragazzini non trasmettono il virus. Sarebbe sbagliato proibire ai nonni, che stanno già soffrendo per questa situazione, di essere abbracciati dai loro nipoti quando si sa che (i bambini) non sono contagiosi“.

Non siamo profumatamente stipendiati come i membri delle task force, ma abbiamo motivazioni più forti e profonde per sapere quale sia la strada da seguire: questa è la nostra vita e come sindacato dei nostri figli non accetteremo nessuna imposizione o restrizione motivata solo da interessi economici.

Uno Stato senza il suo popolo non esiste: la sovranità appartiene al popolo, articolo 1 della Costituzione.

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RIFLESSIONI SULLA “FASE 2” E SULLA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE

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Ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato il nuovo DPCM sulla cosiddetta “fase 2”, ovvero l’allentamento di alcune misure restrittive che duravano da oltre un mese a causa della pandemia da coronavirus.

La parola più utilizzata è stata “Attenzione”, a sottolineare come non si voglia creare positività o allentamento dello stato restrittivo che stiamo vivendo. Una conferenza stampa di 45 minuti in cui non possiamo non sottolineare due aspetti fondamentali che sono mancati: i bambini e la fiducia nel miglioramento delle condizioni che vivremo nei prossimi mesi.

Parliamo dei bambini, i nostri bambini: le vere vittime di questa chiusura prolungata. Dimenticati in ogni DPCM emanato, chiusi nelle case senza possibilità di vivere la spensieratezza dei loro anni in nome di un virus su cui “la scienza” ancora continua a contraddirsi giorno dopo giorno. C’è chi come la società italiana di medici pediatri (SIMPE) li definisce “i veri untori da coronavirus” oppure chi come il Dottor Villani (membro del comitato scientifico che scrive insieme al Governo questi decreti) definisce inutile “portare un neonato a fare una passeggiata fuori”.

I bambini untori secondo la SIMPE

Fuori dalle scuole da oltre un mese, costretti a una didattica a distanza che NON funziona (inutile che il Presidente Conte si affanni ogni volta a dire che “mediamente funziona bene”) e impossibilitati a giocare all’aria aperta con i loro coetanei. Un danno sociale ignorato in ogni conferenza stampa da una politica che si nasconde dietro “il parere del comitato tecnico scientifico” scaricando così le responsabilità del ruolo che ricopre. Eppure basterebbe guardare intorno a noi, nessun Paese europeo (e non) ha restrizioni così’ forti. In Francia per esempio si dice che “i bambini presentino sintomi meno gravi e a quanto pare contraggono e quindi trasmettono il virus meno di quanto si credesse”, in Belgio “l’attività fisica all’aperto è consentita e persino raccomandata” mentre addirittura in Olanda “ai bambini viene permesso di giocare insieme […] se non presentano sintomi”.

I bambini non sono contagiosi (studio francese)
In Olanda i bambini possono giocare fra loro

Neanche nella cosiddetta “fase 2” ai bambini verrà permesso di stare all’aria aperta con gli altri a giocare, perché nel testo del DPCM si specifica infatti che “le aree attrezzate per il gioco dei bambini sono chiuse” (art.1 punto e) e che è “vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici e privati” (art.1 punto d). Una privazione di libertà che non possiamo ignorare. Ingiustificata e ingiusta. Perché è facile emanare bollettini di guerra con il numero dei contagi e di morti in TV per spaventare, ma nessuno quantificherà mai il danno psicologico e sociale che i nostri figli subiranno anche quando questa emergenza terminerà.

Per quanto riguarda la fiducia nel futuro invece non possiamo non sottolineare come la comunicazione istituzionale sia incentrata solo nel fomentare paura e terrore. Da una parte si parla di “fase 2” per denotare un miglioramento delle condizioni epidemiologiche ma dall’altra sono state volutamente ignorate tutte le testimonianze da parte del mondo scientifico su come potrebbe evolversi (in positivo) questo coronavirus. Avrebbe fatto sicuramente piacere agli italiani “reclusi” magari sentir ripetere dal Presidente del Consiglio le parole del Presidente della Società italiana terapia antinfettiva Bassetti che ha parlato di “emergenza sanitaria finita”, di “stop alla paura” e di come “i nuovi casi complicati che vedevamo prima tendono ora a zero”. Il Dottor Bassetti ha anche parlato di cura, perché, nella corsa spasmodica al vaccino tanto sponsorizzata dai nostri rappresentanti al Governo, nessuno stranamente parla delle varie cure che a quanto pare si stanno dimostrando efficaci nel ridurre la gravità di questa malattia.

L’emergenza sanitaria è finita

Ad esempio il sito della Fondazione Veronesi ci parla di come si continui a sperimentare negli ospedali lombardi la cura con il plasma dei guariti grazie alla quale “la carica virale e i sintomi si riducono in pochi giorni”, oppure di come la terapia sperimentale (autorizzata da AIFA) con l’eparina sembra stia dando buoni risultati. Altre testimonianze di cure sono quelle che arrivano dal Dottor Bonetti e dalla Dottoressa Izzo che parlano di “risultati clamorosi con l’ossigeno-ozono terapia”, un metodo “non troppo complesso che necessita solo di una macchina particolare e delle sacche” e che ha il beneficio di “combattere il virus e di immunizzare verso la malattia”. Per non parlare di chi come il virologo Tarro parla di un virus che potrebbe “scomparire con il caldo” oppure dell’immunologo Le Foche del Policlinico Umberto I che parla di un “virus destinato ad auto spegnersi già vista con altri coronavirus simili”.

Le terapie in sperimentazione

Non pretendiamo che il Presidente Conte in conferenza stampa entri nei tecnicismi delle cure o analizzi le previsioni degli immunologi, ma siamo convinti che parlare di queste soluzioni all’emergenza avrebbero aiutato a guardare il futuro con occhi diversi. Invece, ancora una volta, sottolineiamo come dal Presidente del Consiglio (e dai rappresentanti delle forze che sostengono il governo) si continuino a creare divisioni nella popolazione, a minacciare controlli delle forze dell’ordine per cittadini che non hanno commesso alcun reato, a scaricare la responsabilità di questa situazione sui comportamenti di alcuni. Mentre molti Paesi del Mondo accusano l’OMS di aver sottovalutato il problema quando ancora era circoscritto, il Premier Conte continua a privarci di libertà costituzionali, di diritti fondamentali che niente hanno a che vedere con il contenimento di questa malattia. I dati dell’Istituto superiore di sanità del resto pochi giorni fa hanno confermato di come quasi un contagio su due (44.8%) sia avvenuto all’interno delle RSA (Residenza sanitaria assistenziale), il 10.8% in ospedale (a causa della mancanza di dispositivi di protezione individuale?) e solo il 24% in ambito familiare (a causa dei lavoratori in RSA e ospedali non tenuti a casa anche se positivi?). Nessuna ammissione pubblica di cattiva gestione da parte del Presidente del Consiglio, isolare i focolai che hanno causato quasi un contagio su due magari avrebbe evitato di trovarci a dover girare con un’autocertificazione per giustificare uno spostamento. Molto più facile recludere i bambini sani in nome del “comitato tecnico scientifico” evidentemente.

In ospedale senza DPI la causa maggiore di contagio?

E allora perché riaprono le fabbriche ma i bambini non sono ancora liberi di giocare all’aria aperta? Perché si parla di ritorno alla normalità solo quando ci sarà un vaccino quando le cure sembrano avvicinarsi velocemente per ridurre drasticamente la mortalità di questa malattia?

A che scopo continuare a diffondere negatività o a minacciare provvedimenti a chi non rispetta restrizioni che niente hanno a che vedere con il contagio?

Staff C.Li.Va. Toscana

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“IMMUNI” RISPETTA I PRINCIPI DELLA PUBBLICA AMMISTRAZIONE E DI PRECAUZIONE?

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Vogliamo analizzare la discussione in corso sulla App di tracciamento “Immuni” partendo dai principi fondamentali dell’attività amministrativa , attualmente arricchita di 450 esperti totali nelle innumerevoli task force create dal Governo. Che strano da chi voleva tagliare i Parlamentari per ridurre i costi della politica….

LEGALITA’:

Antonello Soro, il Garante della Privacy, si è rivolto al Ministro di Giustizia Bonafede in merito ad alcuni quesiti ricevuti dalle Camere Penali per accertarsi che i diritti individuali siano garantiti e possano essere adottate le caratteristiche delle piattaforme indicate dalla DGSIA (Direzione Sistemi Informativi Automatizzati – Ministero della Giustizia): ancora non abbiamo notizia di tale responso, eppure il dibattito su questa app è già molto vivo. Ancora non sappiamo se questa rispetti i princìpi di legalità, ma alcune forze politiche e alcuni Presidenti di regione stanno richiedendo a gran voce l’obbligatorietà di installazione.

A livello numerico ricordiamo che le violazioni della privacy, data breach, sono state in media 3 al giorno sul solo territorio italiano . I dati del 2019 non sono ancora stati forniti; sarebbe interessante e basilare conoscerli per comprendere se il Regolamento GDPR (entrato a pieno regime il 25 maggio 2018) sia stato sufficientemente rispettato anche dalla stessa pubblica amministrazione. Impossibile non constatare che proprio nelle strutture pubbliche quali gli istituti scolastici di ogni ordine e grado si siano registrate in questi anni innumerevoli violazioni a discapito dei minori non in regola con la legge Lorenzin, contravvenendo tra l’altro al senso inclusivo che la scuola dovrebbe avere.

ECONOMICITA’, EFFICACIA ED EFFICIENZA:

Il lockdown sta distruggendo l’economia e tutto ciò che intere generazioni di famiglie hanno costruito con i valori dell’artigianato e del “made in Italy”. Tutte le imprese avranno bisogno di ingenti e celeri liquidità per ripartire, in parte anche per finanziare i DPI e tamponi imposti dai protocolli la cui reperibilità è già scarsa persino negli ospedali. Ci chiediamo: oltre a pagare 450 esperti nella Task Force come “inutili cabine di regia” , come pensa il Governo di finanziare un progetto che presenta forti rischi di sicurezza privacy espressi proprio dal Garante se questa non fosse diretta centralmente ma in modo disordinato dalle regioni ?

Come possono queste affollate “cabine di regia” valutare efficace ed efficiente un sistema che deve monitorare un virus che ad oggi è mutato in 30 ceppi ? I tamponi quanti ceppi possono rilevare? E’ davvero il sistema più economico o quello più onerosamente rischioso anche per i diritti alla privacy dell’individuo? Perché mai queste Task Force non dovrebbero ascoltare un premio Nobel che annuncia una probabile scomparsa del virus in modo naturale? Perché anche uno studio svolto in Israele ipotizza la sparizione del virus in 70 giorni ma il nostro Governo continua a investire in questi progetti di lungo periodo?

IMPARZIALITA’:

Bisognerebbe adottare – e presto – una disciplina uniforme a livello nazionale che impedisca disparità di trattamento tra cittadini su base territoriale e assicuri garanzie equivalenti per tutti. C’è stata, invece, una proliferazione di iniziative“. Egli infatti “teme che di questo passo non si riuscirà a tenere il conto delle tante iniziative regionali, con seri rischi sul profilo della sicurezza dei nostri dati. Fughe in avanti che potrebbero pregiudicare gli obiettivi comuni.

PUBBLICITA’ E TRASPARENZA:

I titoli sensazionalistici di questi giorni tutto hanno fatto “trasparire” e rese “pubbliche” le grandi difficoltà legislative e l’importante questione dei diritti che devono trovare un equilibrio fra interesse pubblico e libertà individuali.

Ricordiamo che i cittadini italiani non sono dei criminali reclusi da controllare per pubblica sicurezza. E’ stato fomentato odio permettendo inseguimenti mediatici con immagini degne dei migliori film polizieschi, utilizzo di droni, moto e forze armate in un contesto dove fino a pochi mesi fa si denunciava la carenza di risorse economiche per garantire la sicurezza dei cittadini. Date queste premesse emotive da stress mediatico che sono state permesse, con critiche espresse anche da Paesi come la Svezia che ha avuto un approccio totalmente diverso: dove sta il principio di precauzione anche per il mantenimento della tranquillità pubblica con un’applicazione che farebbe diventare fobici o potenzialmente ipocondriache alcune persone ? Ci aspettiamo la stessa attenzione, ora e soprattutto quando sarà terminata questa emergenza, anche per i criminali veri, i pedofili, gli spacciatori, magari verificando con indagini preliminari approfondite i conflitti di interesse di chi ha sviluppato e promosso questi software.

Stessa attenzione che dovrebbe essere rivolta anche a tutti i vari protagonisti di questo periodo: mascherine, tamponi, aziende che fanno prelievi sierologici.

Noi siamo nati liberi, conosciamo i nostri diritti e doveri e siamo pronti a difenderli rispettosamente. Mai un passo indietro.

Staff C.Li.Va. Toscana

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VACCINO ANTINFLUENZALE ED OBBLIGHI…. LA SCELTA GIUSTA?

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VACCINO ANTINFLUENZALE ED OBBLIGHI…. LA SCELTA GIUSTA?

È notizia del 17 Aprile scorso l’ordinanza della Regione Lazio che obbligherà dal prossimo 15 Settembre 2020 la vaccinazione antinfluenzale e pneumococcica per tutti gli over 65 anni e il personale sanitario.

Il motivo è: “accogliere l’appello lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per ridurre i fattori confondenti per il COVID-19 in presenza di sintomi analoghi”.

Ma davvero il vaccino antinfluenzale riduce i fattori confondenti di tutte quelle sintomatologie influenzali e parainfluenzali che “possono sembrare” COVID-19?

Seguendo il rapporto americano CDC dello scorso Febbraio 2020 la stima dell’efficacia del vaccino stagionale basato sui casi confermati in laboratorio è stata del 45%, ovvero circa 1 volta su 2 il vaccino HA FALLITO, non ha protetto il soggetto vaccinato.

Efficacia stimata del 45$

Ma quanti sono stati i casi di infezione acute in totale? Come sappiamo bene, infatti, oltre ai ceppi previsti nel vaccino influenzale esistono moltissime forme parainfluenzali che non sono coperte dal vaccino. Il rapporto CDC in una tabella riepilogativa nello studio riporta questi numeri su circa 4.000 casi:

26% test positivi al virus influenzale

74% test negativi al virus influenzale

Risultato dei test su soggetti con infezioni respiratorie acute

Quindi i casi di infezione acuta dovuti a influenza sono stati solo il 26% del totale di cui il 50% su soggetti vaccinati.

L’efficacia stimata del 45% è addirittura più alta di quanto venne riscontrato nel 2018 quando, come riporta uno studio pubblicato su vaccinarsi.org tratto dal CDC di Atlanta, l’efficacia generale del vaccino era addirittura più bassa: 36%. Dati i tagli alla sanità degli ultimi 10 anni vale la pena investire su vaccini di bassa efficacia come quello antinfluenzale solo per diminuire il rischio di diagnosi sbagliate?

Ricordiamo che molte persone asintomatiche al coronavirus sono risultate positive al tampone, quindi rileviamo la mossa di Zingaretti ancora più inefficiente ed inutilmente dispendiosa. Ogni anno sui giornali leggiamo di come, nonostante abbiano ricevuto il vaccino antinfluenzale, molte persone si ammalino proprio a causa dell’elevato numero di ceppi influenzali (e parainfluenzali) che circolano nell’aria NON coperti dal vaccino. Il rischio è proprio di ottenere l’effetto opposto: un paziente vaccinato per influenza si ammala e viene curato con i protocolli sperimentali di coronavirus confidando nell’efficacia al 100% del vaccino. Chi ha stimato il danno che si potrebbe causare per l’errata diagnosi dovuta alla falsa idea di protezione?

Nel 2018 l’efficacia era del 36%

La Regione Lazio, quindi, seguendo le indicazioni di OMS pensa di ridurre i “fattori confondenti” con questa efficacia? E quale costo per la salute dei cittadini?

Le sentenze che indennizzano DANNI da vaccino antinfluenzale sono numerose, e vorremmo che chi pone obblighi indiscriminati se lo ricordasse e lo scrivesse nero su bianco nelle comunicazioni istituzionali. A titolo di esempio citiamo una sentenza del Tribunale di Milano del 2019 che riconosce indennizzo ai sensi della legge 210/1992 ad una donna che ha contratto la sindrome di Guillain-Barrè.

Danni da vaccino Legge 210/1992

Lo ripetiamo ancora una volta: la vaccinazione NON corrisponde sempre a immunizzazione. Gli obblighi indiscriminati quindi non servono, perché il cittadino obbligato corre un rischio solo PER UN’IPOTETICA protezione.  Ancora più assurdo in questo caso perché addirittura non si parla di protezione da una malattia, ma di una vaccinazione obbligatoria (anzi due!) imposta solo per ridurre il rischio di errata diagnosi da parte dei medici.

Sperando che questa ordinanza della Regione Lazio non venga presa a modello da altre Regioni, invitiamo tutti i cittadini a informarsi, a chiedere maggiori informazioni su questi dati al proprio medico di fiducia e, soprattutto, a far valere sempre il CONSENSO INFORMATO.

Staff C.Li.Va. Toscana

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IL VACCINO LA SOLUZIONE A TUTTI I PROBLEMI?

La quarantena forzata che stiamo vivendo sta violando il “benessere mentale e sociale” globale, benessere inteso dalla OMS sia fisico, che mentale e sociale.

Ormai da mesi l’unico messaggio del Governo italiano è: #stateacasa. Così, mentre altri Paesi vicino a noi hanno adottato provvedimenti di restrizione molto più leggeri e brevi, gli italiani stanno subendo decreti, circolari e modelli di autocertificazione scalfendo così benessere sociale e mentale, bombardati mediaticamente da video e notizie montate ad hoc sui “pericolosi runner italiani” che continuano a fregarsene delle regole. Divide et impera.

Solita strategia usata anni fa per estendere l’obbligo vaccinale: c’è un problema (dimenticando il grande impatto sul numero di casi di malattia della cattiva gestione di OMS e dei tagli indiscriminati alla sanità), si scarica sui cittadini la colpa, infine si creano fazioni “buoni” contro “cattivi” e con questa motivazione si colpiscono diritti costituzionali e di buon senso. Una privazione per giustificare una protezione. Nel 2017 la privazione gravò sul diritto di accesso scolastico dei minori fino a 6 anni, un vero e proprio ricatto vaccinale: o fai 10 vaccini o sei fuori. Walter Ricciardi, allora Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e adesso membro OMS, confermò un piano vaccinale obbligatorio deciso della Global Health Security Agenda (GHSA) con il Ministro Lorenzin e il Presidente degli Stati Uniti Obama nel 2014. Ruolo di “capofila delle strategie vaccinali” del nostro Paese che ci ha visto sperimentare in prima linea un obbligo vaccinale esteso senza precedenti nel Mondo. Oggi, invece, è l’emergenza coronavirus COVID-19. Quale sarà la nuova privazione visto che l’UE sta già pensando come regolamentare la geolocalizzazione ed il GAVI ha già investito sull’evento ID2020 pochi mesi fa?

Prima che qualcuno ci accusi di negazionismo diciamo subito che il problema coronavirus c’è e, da parte nostra, esprimiamo massima solidarietà a chi ogni giorno combatte mettendo a rischio la propria vita per ridurre al minimo l’impatto su di noi e i nostri cari. Da chi invece, come il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha responsabilità politiche ci aspettiamo messaggi diversi da quelli lanciati pochi giorni fa su Facebook in cui, in 21 righe, ha nominato la parola vaccino 6 volte per legarla al “tornare alla normalità”.

Post del Ministro Luigi Di Maio

Nel post nessuna parola su una cura, perché a quanto pare per tornare alla normalità non si può sperare che per questo virus ci sia una cura o, meglio ancora, che l‘epidemia termini da sola in 70 giorni come sostiene il nuovo studio fatto in Israele.

“Non possiamo sperare nella normalità senza un vaccino” dice lo “scienziato” Di Maio. Poco importa se dopo innumerevoli decreti del Presidente del Consiglio ancora nessuno ci sa dire se i tamponi sono attendibili o no, se i prelievi del sangue a cui alcune regioni stanno lavorando siano ritenuti validi o no, se chi ha contratto la malattia sviluppa un’immunità permanente o no. Nei nostri articoli mettiamo sempre le fonti delle notizie, perché non abbiamo la pretesa di avere la verità in tasca ma di sicuro possiamo scrivere pubblicamente che su questo virus la scienza brancola nel buio. Ma non è la prima volta, del resto. Negli anni abbiamo vissuto allarmi di epidemie e pandemie poi sparite spontaneamente con centinaia di milioni di Euro buttati anche dall’Italia. Ad esempio le 24 milioni di dosi di vaccino H1N1 inutilizzate del 2014, sarebbe stato più opportuno, a nostro avviso, usare quei soldi per invertire la tendenza dei tagli di spesa pubblica alla sanità degli ultimi 10 anni. Una carenza strutturale che ha bloccato l’Italia, con la corsa ai ripari in emergenza cercando di potenziare in fretta e furia gli ospedali supportata in solidarietà anche da alcuni lontani Paesi.

Soldi buttati per il vaccino H1N1 nel 2014

Eppure nel post il Ministro Di Maio richiama “una Grande Alleanza Internazionale per il vaccino”. Nessuna parola sul fatto che intorno a noi gli Stati Uniti abbiano sospeso i fondi all’OMS per la pessima gestione della vicenda, strategia che a breve sarà seguita anche dal Regno Unito e non escludiamo che altri Paesi tipo Israele per questioni precedenti si accodino. Dal Ministro degli Esteri ci aspettiamo una visione globale della vicenda, non uno spot alla IRBM di Pomezia che, come ci ricorda il Ministro “a fine Aprile inizierà la sperimentazione del suo lavoro”.

Tranquillizziamo il Ministro Di Maio, la Grande Alleanza per il Vaccino esiste già e si chiama proprio GAVI , la legge Lorenzin 119 ne è una delle prove purtroppo per i nostri bambini.

Siamo le cavie di questo grande gioco di ruolo mondiale, e noi lo abbiamo imparato sulla nostra pelle visto che negli ultimi 3 anni decine di migliaia di bambini sani sono stati sbattuti fuori dalle scuole per una legge che il suo partito, nel 2017, aveva dichiarato sbagliata e incostituzionale. 3 anni dopo colui che rappresentava una delle forze politiche contrarie all’obbligo vaccinale inneggia al vaccino come l’unica arma che abbiamo per “il ritorno alla normalità”. Ma siamo qui, vi osserviamo e siamo pronti a seminare spirito critico adesso più che mai.

Ci conforta il tenore dei commenti su questa sperimentazione del (presunto) vaccino della IRBM di Pomezia che, secondo il comunicato, andrebbe sperimentato su personale sanitario e forze militari. Il sindacato dei militari ha già espresso “preoccupazione” sulla notizia e ricordato di come la Commissione Parlamentare sull’uranio impoverito abbia stabilito che “il mancato rispetto dei protocolli vaccinali sia stata la possibile causa, o concausa, dello sviluppo di patologie gravemente invalidanti o addirittura mortali“.

No ai vaccini obbligatori e alle sperimentazioni

Per maggiori informazioni consigliamo a tutti di leggere i risultati dei lavori della Commissione e al Ministro Di Maio di chiedere all’ex Ministro della Salute Grillo un parere visto che ne faceva parte da Onorevole.

Ricordiamo, tra l’altro, che nelle conclusioni della commissione si consigliava di analizzare i prodotti vaccinali, ma lo Stato Italiano ha ignorato quella raccomandazione. Lo ha fatto un’associazione che lotta come noi ogni giorno per la libertà di scelta vaccinale, Corvelva, a cui va il nostro pubblico ringraziamento per il grandissimo lavoro svolto ricordando che pochi giorni fa è uscita la prima pubblicazione peer review sulla metodica delle analisi. Le mancate risposte di AIFA ed EMA adesso non hanno scuse, ciò che le analisi hanno rilevato nei vaccini richiedono risposte ufficiali.

I vaccini sono uno strumento di sanità pubblica ma ci rifiutiamo di associarli a una soluzione “per tornare alla normalità”, specialmente .quando saranno sviluppati in tempi record e saltando anche alcune fasi di test (già discutibili) sulla sicurezza che la stessa OMS ha messo in dubbio a dicembre 2019 durante la 20°Global Vaccine Safety.

La corsa al vaccino a cui il Ministro fa riferimento è una corsa legata a un business sulla nostra salute che non possiamo accettare. Le case farmaceutiche fanno i loro interessi e se stanno investendo cifre ingenti nello sviluppo del vaccino sul coronavirus non è certo per beneficenza.

Di tutto abbiamo bisogno tranne di un Ministro della Repubblica che faccia il tifo da stadio per le case farmaceutiche. Siamo qui, vigili e attenti, nel ricordare che sulla pelle nostra e dei nostri figli NIENTE può essere obbligatorio.

GIU’ LE MANI DAI BAMBINI!

Staff C.Li.Va. Toscana

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NO ALLE SPERIMENTAZIONI ! NO AGLI OBBLIGHI!

Accogliamo e diffondiamo anche dalla nostra pagina le proteste di moltissime parti sociali dopo l’annuncio del Ministero della Salute dell’avvio a partire da fine Aprile dei “test accelerati del prototipo di vaccino anti Covid-19 su 550 volontari sani” e della presunta “disponibilità già da Settembre in modalità d’uso compassionevole per agenti delle forze dell’ordine e personale sanitario”.

Annuncio sul sito del Ministero della Salute

Il sindacato dei militari “apprende con preoccupazione la notizia” e ricorda che “negli atti delle numerosi Commissioni parlamentari di inchiesta sull’uranio impoverito […] è emerso, nei molti casi esaminati, che il mancato rispetto dei protocolli vaccinali sia stata la possibile causa, o concausa, dello sviluppo di patologie gravemente invalidanti o addirittura mortali”. Inoltre preannunciano che verranno impedite “sperimentazioni compassionevoli sul personale delle forze dell’ordine affinché non ci siano mai più casi di morti bianche tra i servitori dello Stato”

Sindacato dei militari

Dello stesso tenore il comunicato del SIM – Sindacato dei Carabinieri – che ricorda che “l’uso compassionevole, ovvero in fase di sperimentazione e privo della autorizzazione all’immissione in commercio di AIFA, non è riservato ai malati terminali”. La presa di posizione, che condividiamo, è molto netta su questa strategia del Ministero della Salute e sottolinea al Ministro Speranza che “non consentiranno MAI che i ragazzi migliori si immolino in nome delle lobby farmaceutiche”.

SIM Sindacato dei carabinieri

Sempre nell’ambito delle forze del’ordine anche il SAP, Sindacato Autonomo delle forze di polizia, ha inviato una lettera al Sig. Gabrielli (Capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza) in cui si esprime “preoccupazione sui possibili esiti della sperimentazione” e si sottolinea come questo comunicato del ministero faccia apparire i membri del corpo della polizia come “una sorta di cavia da laboratorio destabilizzando il benessere psico-fisico degli operatori” in un periodo che “anche sotto l’aspetto scientifico ha comportato immense incertezze e criticità”.

SAP Sindacato Polizia

Prendiamo quindi atto che le solite motivazioni che esprimiamo noi genitori, nonni ma soprattutto CITTADINI sono condivise e sentite anche da alcune categorie di cittadini e lavoratori che hanno sentito il bisogno immediato di farsi sentire non appena il Ministero ha paventato sperimentazione e obbligo di vaccinazione a breve termine. Ricordiamo inoltre che nel 2017, in pieno caos da Decreto Lorenzin, si era pensato a estendere l’obbligo del vaccino MPR anche al personale sanitario e scolastico. Un emendamento proposto in commissione che non arrivò mai alla discussione in Parlamento per le forti polemiche che si alzarono dai rappresentanti di quelle categorie. Riproponiamo cosa dicevano alcuni rappresentanti sindacali in quel periodo:

Sindacato FLC,CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL: “Mentre è ancora in discussione l’approvazione del DL sui vaccini, apprendiamo che nella seduta notturna della Commissione sanità del Senato del 10 luglio è stato approvato l’emendamento n. 1.0.100 che prevede le vaccinazioni anche per il personale scolastico a partire dal 2019. Secondo questo emendamento le vaccinazioni obbligatorie riguardano anche gli adulti lavoratori. Ancora una volta si rischia solo di produrre appesantimenti burocratici che poco hanno a che vedere con la prevenzione e con la tutela della salute.

A parere di FLC-CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola Rua e Snals Confsal, il provvedimento appare “inutile, costoso e con evidenti problemi di applicazione, a partire dalle modalità con le quali certificare che un lavoratore adulto ha già avuto malattie infantili e pertanto ne è immune.”

Le proteste dei rappresentanti personale scolastico

CGIL medici Emilia Romagna, CISL medici Emilia Romagna , CIMO in merito all’obbligo in Regione Puglia della vaccinazione MPRV: “Siamo stati i primi a dire che occorreva la vaccinazione degli operatori sanitari, ma non si può imporre. Viene meno l’autodeterminazione sancita dalla Costituzione” e ancora ” Non siamo contrari alle vaccinazioni, ma siamo contrari all’imposizione di direttive senza condivisione”

Sindacati dei militari, sindacati delle forze dell’ordine, sindacati del personale scolastico, sindacato dei medici e degli operatori sanitari: TUTTI contrari agli obblighi vaccinali, TUTTI contrari a sottoporsi a sperimentazione su imposizione.

Le preoccupazioni espresse sono le stesse che esprimono i movimenti per la libertà di scelta vaccinale.Noi siamo il SINDACATO DEI NOSTRI FIGLI e non acconsentiremo a misure IRRICEVIBILI come quelle paventate dal vice Ministro Sileri di introdurre, se e quando sarà disponibile, un obbligo per il vaccino anti coronavirus. Nessuno vuole obblighi, i fatti lo dimostrano e soprattutto,Vice Ministro Sileri, la garanzia di “efficacia e sicurezza del vaccino” non sarà mai possibile: la legge 210/1992 e i migliaia di indennizzi sui danni da vaccino lo hanno dimostrato ampiamente in questi anni.

Invitiamo tutti i rappresentanti delle categorie a unirsi contro sperimentazioni e obblighi indiscriminati!

GIU’ LE MANI DAI BAMBINI!

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A CHI SOGNAVA UN MONDO SENZA VACCINI, ECCO COM’E’ IL MONDO SENZA UN VACCINO”

 

L’immagine dei social

Nell’epoca del #restateacasa abbiamo tutti visto questa immagine nei vari social che utilizziamo ogni giorno per passare un po’ di tempo. L’abbiamo vista girare anche nei nostri canali e molto spesso abbiamo pensato di come la propaganda di questi anni abbia potuto portare amici, familiari, colleghi di lavoro a diffondere messaggi folli come questo. In queste settimane abbiamo visto personaggi pubblici spendersi nei vari social chiedendosi che fine avessero fatto i “novax”, quasi festeggiando l’epidemia di coronavirus a dimostrazione che non si può vivere senza vaccini, che l’obbligatorietà vaccinale serve ad evitare situazioni come questa e che se non ci avessero imposto i vaccini obbligatori tre anni fa avremmo avuto periodi come questo per morbillo, parotite o rosolia.

Innanzitutto per un motivo molto semplice: nonostante il continuo affannarsi ad etichettarci come “novax” noi abbiamo sempre ribadito che non siamo contrari alle vaccinazioni ma lottiamo contro ogni obbligatorietà. Il principio di autodeterminazione, costituzionalmente garantito, non può essere stralciato da un post su Facebook di qualche influencer auto dichiaratosi “esperto”.

Il medico ha il ruolo di informare, di consigliare, di confrontarsi con il paziente ma non rinunceremo mai al consenso informato, al diritto di ogni paziente di scegliere se e quando sottoporsi a un trattamento sanitario.

Nel caso dei vaccini, oltretutto, parliamo di un farmaco preventivo e sulla cui efficacia potremmo discutere per ore senza arrivare a una sola verità. La vaccinazione non corrisponde a immunizzazione, lo dimostrano le tantissime persone che hanno contratto malattie per le quali sono state vaccinate.

Questo vale per molte malattie di cui conosciamo molti aspetti, figuriamoci se questo non dovrebbe valere per un tipo di coronavirus su cui in questi giorni abbiamo assistito a un valzer di cambio di idee. Siamo passati in due mesi dall’impossibilità della trasmissione da uomo a uomo al contagio anche attraverso superfici, dal tampone come risoluzione di tutti i problemi a studi che parlano dell’assoluta inefficacia di questi test, dal voler verificare l’immunità attraverso un prelievo di sangue al dubbio che anche i malati sviluppino un’efficace immunità permanente passando per un pittoresco defilé di mascherine dalla dubbia efficacia. La scienza va avanti per tentativi e noi, lo ribadiamo, non siamo e non saremo cavie di nessun esperimento. Quando, e se, uscirà un vaccino per questo coronavirus la nostra idea non cambierà: Libertà di scelta!

Quale migliore occasione per soffiare un po’ sul vento dell’odio? Quale migliore occasione per dimostrare che il risultato di questa situazione è la mancanza di un vaccino?

Qualcuno ci crederà, del resto non possiamo pensare che tutti gli italiani siano dotati di spirito critico e di capacità di analisi dopo un incessante bombardamento mediatico con il solito mantra “restate a casa”. Però vogliamo farci e fare a voi alcune domande:

–         Come mai nessun politico ha chiesto SCUSA agli italiani per i tagli indiscriminati alla sanità di questi decenni? Ricordiamo che le misure dei primi decreti di questa emergenza sono state prese per la mancanza di capacità degli ospedali, una situazione di collasso dovuta ad anni di politica di tagli e riduzioni che ci ha resi incapaci di fronteggiare un aumento di pazienti da trattare.

–         Ricordiamo benissimo che nel 2017 qualche politico esultò all’approvazione del Decreto Lorenzin sull’obbligatorietà vaccinale dicendo che si erano messi in sicurezza gli italiani. È bastato invece un virus che secondo il Ministero della Salute “generalmente ha sintomi lievi e a inizio lento” per dimostrare quanto quella affermazione fosse falsa. Lo abbiamo sempre scritto nei nostri documenti: le malattie prevenibili da vaccinazione sono poche rispetto a tutte quelle esistenti.

È come pensare di andare in guerra con un elmetto e pensare di essere protetti dai nemici. E come l’esperienza di SARS prima e MERS poi ci hanno insegnato, vedrete che dopo questo virus ce ne saranno altri. Senza che i nostri cari medici e virologi influencer spendano due parole sul rinforzo del sistema immunitario, sul seguire una corretta alimentazione e uno stile di vita che portino il nostro corpo a poter fronteggiare meglio le malattie che potrebbe incontrare nel corso della vita. Molto meglio pensare che un vaccino sia la soluzione a tutti i problemi, fa più comodo… ma a chi? Ai pazienti o a chi li produce?

–         Perché quando parlate di vaccini come soluzione a tutti i problemi ignorate volontariamente i danneggiati da vaccino? C’è una legge, la 210 del 1992, che indennizza con soldi pubblici i morti e i danneggiati di prodotti creati da aziende private. Chi produce i vaccini sa benissimo che le reazioni avverse, più o meno gravi, esistono. Lo scrivono nero su bianco scaricando così la responsabilità e spostando l’onere del risarcimento allo Stato. Sappiamo già che chi leggerà queste righe subito avrà da obiettare: “Ma tutti i farmaci hanno controindicazioni! Allora non dovreste neanche prendere un’aspirina”.

Esatto, tutti i farmaci hanno controindicazioni ed è per questo che tutti i farmaci, specialmente quelli preventivi come i vaccini, sono assunti su indicazione del medico ma sempre con il consenso informato del paziente. Nessuno di noi è obbligato a prendere un’aspirina.

Chi ha visto con i propri occhi una reazione avversa, chi ha sentito medici ammettere che quello che è successo “potrebbe essere dovuto al vaccino ma non posso metterlo nero su bianco perché se no passo guai” non accetterà mai un vaccino obbligatorio. Anche se passate tutto il giorno su Twitter a diffondere immagini o locandine come quella tanto in voga in questi giorni.

–         In questi giorni anche l’Istituto Superiore di Sanità ha ammesso che bisogna investigare sul possibile legame fra polveri sottili PM10 e diffusione dell’epidemia. Eppure la logica del “dividi et impera” che abbiamo ben vissuto sulla nostra pelle nel 2017 continua a marciare spedita nei social e nelle TV monopolizzate dai soliti medici e virologi influencer: la colpa è di chi non rispetta le regole!

La logica è sempre la stessa: colpevolizzare gli altri per giustificare poi provvedimenti restrittivi, obblighi che calpestano i diritti costituzionali dei cittadini, banalizzare e denigrare qualsiasi evidenza proveniente da medici non allineati e a libro paga del sistema, cancellare ogni forma di dibattito.

Perché quando una persona è preoccupata è più vulnerabile, e se riesce a dar la colpa per la quarantena forzata al vicino di casa “che non rispetta le regole” piuttosto che alla classe politica colpevole di aver distrutto ambiente e sanità per meri interessi economici tutto è più semplice. Si possono emanare provvedimenti privi di ogni logica e ininfluenti sulla situazione senza che nessuno protesti, senza che a qualcuno venga il dubbio: ma davvero lo fanno per noi?

Ci fermiamo qui, perché di argomenti per contestare quell’immagine tanto carina graficamente quanto folle ce ne sarebbero per scrivere decine di pagine.

Abbiamo imparato ad osservare bene e a cogliere attentamente certi segnali:

Le coscienze si stanno destando

La sicurezza che il popolino sia sempre disposto a prendere per buona qualsiasi verità prontamente sfornata sta cominciando a vacillare. Le poltrone ad honorem conquistate dai soliti medici e virologi noti alla corte dei salotti televisivi e non solo ne sono un chiarissimo sintomo. Continuate pure a spendere male i soldi dei contribuenti: sappiate che si fa presto a spegnere la TV, mentre il pulsante dello spirito critico e della consapevolezza rimane sempre fisso su ON!

Libertà di Scelta, Sempre.

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ORGANIZZAZIONE MONDIALE SANA?

Perché dopo “Event 201”, simulazione di una pandemia globale da Coronavirus (18 ottobre 2019, New York) dalla John Hopkins finanziata dalla Fondazione di Bill Gates l’OMS non ha protocollato le linee guida eseguite a tutti i ministeri della sanità mondiali ?

L’OMS avrebbe dovuto formulare un modello di data base unificato uniformando la compilazione ed il controllo dei casi, le linee guida ed i protocolli consigliati, uso e indicazione DPI, farmaci, norme di sicurezza. Un semplice riepilogo organizzato di una simulazione ben finanziata.

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STATE A CASA DAVVERO QUESTO E LUNICO PIANO DEL GOVERNO?

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E’ passato un mese dal primo decreto che ha esteso a tutta Italia le regole stringenti sul distanziamento sociale. Non c’è TV o giornale che ogni giorno non ripeta il solito mantra “State a casa” e si sprecano i post sui social con foto, talvolta anche non veritiere, per denunciare cittadini che non rispettano le regole.

Ci rifiutiamo di alimentare queste polemiche, convinti che la ripetizione della logica del “divide et impera” che abbiamo conosciuto nel 2017 sul tema obbligo vaccinale non porterà a niente di buono per noi cittadini.

Vogliamo però invitarvi a fare alcune riflessioni, lasciando poi a voi il giudizio su come il Governo e le istituzioni sanitarie avrebbero potuto sfruttare in modo migliore queste settimane di lockdown totale dell’Italia.

Lo facciamo partendo da questo articolo, passato in secondo piano dietro ai soliti grafici di contagi e articoli di psicosi collettiva, che abbiamo letto su Il Tirreno edizione Grosseto con il “grido di allarme” del Dottor Ugo Limbruno sul tema infarti. Un calo di oltre la metà dei casi di infarto trattati all’ospedale di Grosseto con il “rischio che da qui a qualche anno ci saranno molti pazienti scompensati perchè curati in ritardo”. La paura covid e il mantra “state a casa” sembrerebbe infatti portare le persone che avvertono sintomi di infarto a non contattare il 118 con conseguenze drammatiche visto che “di infarto si muore molto di più che di Covid-19, oltre il 30% dei casi”.

Articolo de “Il Tirreno”

La ripetizione continua di stare a casa e, diciamolo, anche qualche persona di troppo che si sente in diritto di fotografare e postare sui social chi esce di casa esponendoli al pubblico linciaggio, sta causando danni che a nostro avviso non possono e non devono essere sottovalutati.

Un altro punto che non vediamo mai ripetere e che sarebbe invece utile è di stare a casa ma… senza fumare! Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità infatti viene ribadito come il fumo “aumenta significativamente il rischio di almeno tre volte di sviluppare polmonite severa da covid-19 rispetto a non fumatori“; sempre sul sito ministeriale possiamo leggere che secondo “ l’OMS il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile. […] L’OMS calcola che quasi 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni da tabagismo, fra le vittime oltre 600.000 sono non fumatori esposti al fumo passivo”.

Giuriamo di non aver mai sentito nei vari messaggi a reti unificate del Presidente del consiglio, del Ministro della Salute o dei vari esperti del comitato tecnico scientifico nelle quotidiane conferenze stampa questa informazione. Anzi, in completo lockdown, dove l’uscita dei bambini è ritenuta “inutile” dal Presidente della Società Italiana di Pediatria, una delle poche attività ancora aperte e ritenute essenzali sono proprio i tabaccai. Troviamo ridicolo che nei supermercati non si possano acquistare pennarelli e carta per far disegnare i bambini ma che un adulto possa recarsi senza problemi ad acquistare le sigarette. Troviamo ridicolo che un bambino non possa uscire a correre in un prato mantenendo la distanza di sicurezza ma che si possa far la coda per comprare le sigarette da fumare poi sul terrazzo di casa o, ancora peggio, in casa esponendo gli altri abitanti al fumo passivo.

Dichiarazioni di Alberto Villani

Nessuna volontà da parte nostra, lo ribadiamo, di sottovalutare il problema coronavirus. Ma il modo di comunicare, ormai imparato a conoscere in questi tre anni di attività del nostro comitato, è troppo simile per non invitare tutti a tenere le antenne dritte e a non farsi travolgere dal pensiero unico indottrinato dall’alto.

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Caos coronavirus

Continua la gara fra il Governo e i vari Presidenti delle regioni italiane per alimentare confusione fra i cittadini. Cerchiamo oggi di fare un breve riassunto delle ultime notizie chiedendoci dove sono finiti i proclami della “scienza da seguire per uscire da questa situazione” che ben ricordiamo negli ultimi anni.

TEST SIEROLOGICI

Il Presidente del Veneto Zaia pochi giorni fa ha dichiarato ai giornali di aver avviato il “progetto scientifico per la ricerca molecolare con prova sierologica attraverso il prelievo del sangue se si hanno gli anticorpi e l’immunizzazione al covid-19” . Plauso di giornali e stampa, peccato che nessun giornale abbia segnalato che il Ministero della Salute ha emesso in data 3 Aprile 2020 la circolare n. 11715 che a proposito degli esami sierologici riporta:

 “In particolare, i test rapidi basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, secondo il parere espresso dal CTS, non possono, allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica, sostituire il test molecolare basato sull’identificazione di RNA virale dai tamponi nasofaringei secondo i protocolli indicati dall’OMS”

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