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LETTERA C.Li.Va. Toscana al Professor Artini (ANP Toscana)

 

C.Li.Va. Toscana in risposta alle dichiarazioni del Professor Artini (ANP Toscana) ha inviato la lettera in allegato a sostegno dei docenti e del personale scolastico ingiustamente sospeso per effetto dell’obbligo vaccinale del governo.

Non è accettabile che da un rappresentante del mondo della scuola si continuino a usare termini discriminatori e che i docenti sospesi vengano accomunati a evasori fiscali. Dopo 2 anni continuiamo incredibilmente a leggere i soliti luoghi comuni infondati sulla solidarietà vaccinale e sulla sicurezza che avrebbero dovuto garantire greenpass e obblighi vaccinali.

Cliva sostiene la manifestazione organizzata a Arezzo nella giornata di Martedì 5 Aprile invitando tutti a partecipare per supportare docenti e personale scolastico oggetto di obbligo vaccinale.

La nostra libertà non è in vendita, protestare civilmente contro una legge ingiusta è un DOVERE!

Staff C.Li.Va. Toscana
T.me/clivatoscana

Link Video Intervista

lettera per Artini

 

 

Lettera aperta al Ministro della salute Speranza

“E’ la scienza a darci le indicazioni che bisogna seguire e che riconoscono la funzione storica dei #vaccini. E vedete in queste ore”

Così ieri il Ministro Speranza si esprimeva alla stampa sulla situazione #coronavirus Mentre gli esperti continuano a ripetere di non creare allarmismi e che il virus è meno pericoloso di altri già incontrati in passato , assistiamo invece all’ennesimo spot sui vaccini da chi dovrebbe preoccuparsi di tutti i problemi della sanità pubblica. E così, mentre le case farmaceutiche registrano guadagni record in borsa solamente per avere iniziato la ricerca al vaccino, il Ministro dimentica che negli ospedali italiani ogni anno muoiono 49.000 persone per infezioni ospedaliere e che nella nostra Regione sono morte 49 persone per il batterio New Dehli nel silenzio generale suo e della politica italiana. Infezioni e batteri per il quale non esiste cura e che quindi, evidentemente, non interessano a nessuno perchè per diminiuirli servirebbero risorse e potenziamenti della sanità pubblica ingenti.

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