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MI VACCINO PER TORNARE ALLA NORMALITA’

Una delle frasi che più sentiamo dire da chi è poco informato sui vaccini Covid19 è che ci si vaccina per “tornare alla normalità”. Un pensiero spinto a gran voce dai media e dai politici italiani per sostenere una campagna vaccinale che, da subito, ha visto molto scetticismo per i tempi abbreviati di sviluppo e test dei vari vaccini messi a disposizione dalle case farmaceutiche.

Probabilmente i mesi di lockdown, la grave crisi economica causata dalle strategie del governo e il disagio sociale che si è creato in questi mesi durissimi sono serviti a giustificare “il sacrificio” di milioni di italiani che dovranno sottoporsi a vaccinazione per permetterci di tornare alla normalità. Ma è davvero così? Chi si sta sottoponendo oggi alla vaccinazione può aspirare al ritorno alla normalità? A giudicare dal documento rilasciato ieri da Ministero della salute, INAIL, Istituto superiore di sanità e AIFA sembra proprio di no.

Andiamo ad analizzare brevemente le norme di comportamento che vengono indicate per chi si è sottoposto a vaccinazione completando il ciclo vaccinale richiesto e l’efficacia protettiva garantita dai vaccini:

  • Efficacia sulle varianti: ridotta o bassa

“Studi preliminari in vitro condotti sulla risposta immunologica (umorale e cellulare) evocata dai due vaccini a mRNA, BioNtech/Pfizer e Moderna, hanno evidenziato una ridotta attività neutralizzante da parte del siero dei soggetti vaccinati nei confronti della variante sud-africana e della variante brasiliana. Inoltre, secondo uno studio in preprint, l’efficacia del vaccino AstraZeneca risulterebbe bassa per prevenire forme di malattia di grado lieve o moderato nel contesto epidemico sud-africano, a dimostrare la capacità della variante di eludere parzialmente la risposta immunitaria evocata dal vaccino”

Quindi, al momento, non è nota la capacità di protezione indotta dai tre vaccini disponibili sulle varianti circolanti in Italia. E considerando che le varianti vengono scoperte nel tempo non si potrà sapere come si comporterà il vaccino con le nuove mutazioni che ci potremo aspettare nei prossimi mesi.

efficacia AZ
  • Contagio verso gli altri: possibile

“È noto che i vaccini anti-COVID-19 riducono significativamente la probabilità di sviluppare la malattia clinicamente sintomatica. D’altro canto, si ribadisce che nessun vaccino anti-COVID-19 conferisce un livello di protezione del 100%, la durata della protezione vaccinale non è ancora stata stabilita, la risposta protettiva al vaccino può variare da individuo a individuo e, al momento, non è noto se i vaccini impediscano completamente la trasmissione di SARS-CoV-2 (infezioni asintomatiche). Quindi, seppur diminuito, non è possibile al momento escludere un rischio di contagio anche in coloro che sono stati vaccinati. Questo è coerente con quanto ribadito dall’ECDC che riporta come, al momento, non vi siano prove sufficienti dell’effetto della vaccinazione sull’infezione asintomatica, e, quindi, sulla possibilità di trasmissione del virus da parte di soggetti vaccinati. Pertanto, i lavoratori/operatori sanitari nonostante siano stati sottoposti a vaccinazione devono essere considerati potenzialmente in grado di infettarsi con SARSCoV-2 e di trasmettere il virus ad altri”

Pertanto chi si sta vaccinando con scetticismo per un “gesto di altruismo”, per “senso civico” o per “proteggere i più deboli” dovrebbe sapere che al momento la vaccinazione non consente di eliminare le disposizioni su uso DPI e distanziamento fisico in quanto, anche sviluppando l’immunità, non è esclusa la possibilità di infettare gli altri. Al momento, riassumendo, la vaccinazione è quindi una pura protezione individuale.

  • In caso di contatto con un positivo posso evitare tampone e quarantena: FALSO

“La vaccinazione anti-COVID-19 è efficace nella prevenzione della malattia sintomatica, ma la protezione non raggiunge mai il 100%. Inoltre, non è ancora noto se le persone vaccinate possano comunque acquisire l’infezione da SARS-CoV-2 ed eventualmente trasmetterla ad altri soggetti ”

“A prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione, in generale, la persona vaccinata considerata “contatto stretto” deve osservare, purché sempre asintomatica, un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato in decima giornata o di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso”

Anche questa speranza viene infranta dal documento: vaccinarci non ci permette di eludere i tamponi necessari in caso di identificazione come contatto stretto di un soggetto positivo. Le motivazioni sono nuovamente la non efficacia al 100% e l’impossibilità di sapere se un soggetto vaccinato asintomatico possa comunque spargere l’infezione agli altri.

  • Se sul posto di lavoro ci siamo vaccinati tutti possiamo non fare più screening massivi: FALSO

“Alla luce delle conoscenze acquisite, non si ritiene, al momento, di dovere modificare i programmi di screening dell’infezione da SARS-CoV-2 in atto per gli operatori sanitari mantenendo inalterata la frequenza dei test.”

In alcuni luoghi di lavoro la vaccinazione di tutto il personale è già stata completata, ma anche in questo caso eventuali protocolli di sicurezza che prevedono screening periodici a tutti i dipendenti vengono confermati anche se tutti i dipendenti si sono vaccinati. Pertanto la vaccinazione non ci permette di evitare questa pratica inclusa in alcuni protocolli di sicurezza sul lavoro.

In definitiva sembra davvero lontano quel messaggio dato dai media che lega la vaccinazione al ritorno alla normalità. Al di la degli slogan i documenti ufficiali non pongono nessuna differenza fra i soggetti vaccinati e quelli non vaccinati nei comportamenti, nel rischio di contagio e negli esami a cui sottoporsi nei vari protocolli di sicurezza.

Anche per questo vaccino, ma per chi segue la tematica della libertà vaccinale come noi da anni era già noto, la decisione di sottoporsi o meno a vaccinazione DEVE rimanere una scelta assolutamente personale, e tutte le fantasiose teorie giornalistiche e convincimenti che si basano sull’emotività della situazione e sul pensare che “vaccinandoci proteggeremo i più deboli” non trovano nessuna conferma nei documenti ufficiali.

Invitiamo tutti coloro che saranno chiamati a vaccinazione a decidere se aderire o meno all’invito, senza farsi influenzare da informazioni non corrette e da fake news spacciate per verità solo perché gridate ad alta voce su giornali e TV quotidianamente.

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ORDINANZA REGIONE TOSCANA N.91 DEL 12 OTTOBRE 2020 – Gestione COVID-19 e scuola

ORDINANZA REGIONE TOSCANA N.91 DEL 12 OTTOBRE 2020

Il neo Presidente della Regione Toscana Giani ha emesso in data 12 Ottobre 2020 un’ordinanza specifica per la “gestione dei casi e dei contatti stretti in ambito scolastico” (1). L’ordinanza sostituisce le indicazioni contenute nella delibera 1256 di poche settimane fa ed è mirata a indicare “gli indirizzi operativi per la gestione dei soggetti con sintomi sospetti di COVID-19 e la loro riammissione a scuola o ai servizi educativi per l’infanzia” tramite le indicazioni contenute nell’allegato A (2)

Analizziamo ora i punti principali contenuti nell’ordinanza che, secondo la Giunta, “sono coerenti con quanto previsto dal rapporto n° 58 dell’Istituto Superiore di Sanità (versione 28 Agosto 2020), approvato dalla Conferenza delle Regioni, inserito nel DPCM del 9/9/2020, e dalle altre vigenti disposizioni nazionali e regionali”

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